domenica, dicembre 18, 2005

Le note sulla mia nativita' ( prima bozza)

La Notte della mia natività.

Sono le 07.25 del 24 nov 2005 d.c. Oggi è il mio compleanno ancora..sai perché dico ancora? Xkè da molti anni direi decenni non ho passato un compleanno sereno. Cioè intendo dire che almeno nel 90 % delle occasioni se la giornata non andò come volevo la colpa stava proprio lì tra le mie mani.. era la pioggia quell'unica volta che ottenni il permesso di mangiare fuori..oppure il mio progressivo essere prevenuto verso i festeggiamenti che spegneva ogni barlume di ottimismo.

Considerando che la data, cadendo a fine novembre, è irrimediabilmente segnata da una naturale forma di depressione, un po' per il freddo ed il cambio delle delle temperature, infatti la quasi totalità del genere umano che vive a queste latitudini, di questi tempi durante l'anno tende a farsi i cazzi suoi, risparmiando cosi' quel poco di energie che bastano a tenerlo ancora estivamente caldo

Forse elencando questi motivi presi a pretesto per un triste compleanno stavolta riesco ad esorcizzarli per sempre .

Da piccolo, fino ai 6 o 7 anni sicuro andarono bene.

Ebbi già attorno a quest'età la prima scossa di orgoglio che mi portò a chiedere a mia madre di annullare una festa già organizzata. Ricordo che è riaffiorato solo in queste righe, ma che senzameno, pur non avendo influenzato il mio annuale entusiasmo rituale comune ad ogni bambino sereno, né bacò l'integrità, la spontaneità della festa, delle persone presenti dei loro pensierini. Notai infatti che con difficoltà' riconoscevo gli amici con cui nei mesi estivi passavo ore dopo ore a giocare, nei bambini che avevo dinanzi a me. Faticai a raccoglierli tutti attorno a me, non vi riuscii anzi . L'invito era dato a voce, o nel primo pomeriggio . La mia lista era inconsciamente fatta da nomi ai quali davo piu' o meno importanza a seconda della simpatia e della confidenza che nutrivo e che consideravo evidentemente fondamentali alla riuscita di quella bella giornata di festa. Avevo in mente una specie di graduatoria, esemplificabile, come per i posti in un teatro nella seconda fila, nella terza e nella platea rappresentata perlopiù' da bimbi che per eta' o doti non rientravano nella cerchia dei miei compagni di gioco o di risate.

Presi i libri e li misi con fermento nella cartella di cartone pressato, forma rettangolare e bretelle strette da cavalcare sulle spalle. A sala da pranzo era pronta e già pregustavo l'ubriacatura che di li' a poco avrei provato nel mischiare l'aranciata alla coca-cola! Tanta era montata la gioia nell'attesa che traboccò assieme alla rabbia quando vidi incredulo che il mio entusiasmo non era assolutamente condiviso. I vicini di terrazzo, anche se spinti a forza dalla mamma a non rifiutare il mio invito, ugualmente faticarono non poco a trattenere le parole che mi avrebbero chiarito ciò che io avevo già capito dai gesti e dalle parole che usavano per giustificare la loro assenza. I cartoni animati giapponesi fecero l'ingresso nella mia vita in modo cosi antipatico che non guardai né giocai mai con nessuno di loro..nemmeno con Goldrake il robot d'acciaio! Una dopo l'altra le porte si chiudevano senza che nessuno dimostrasse la stessa attesa da me vissuta. Nello scendere e salire le scale buie mi accorsi di andare incontro ai nomi della “mia platea” ..mi venne allora in mente il compleanno dell'anno precedente... era stato memorabile..avevo organizzato, dopo la torta, un “tunnel dell'orrore” nella mia stanza da letto. Un percorso obbligatorio fatto di oggetti che penzolavano dal soffitto, rosari fluorescenti fissi o mobili che parevano seguirti, con l'aiuto del mio fratellino eravamo riusciti a creare finanche più punti in cui mani finte assieme alle sue mani vere sfioravano il corpo di chi passava facendolo sobbalzare, voci registrate e urla di paura condivano il tutto grazie a due registratori piazzati in punti strategici.

Ora mi trovavo al secondo piano dell'altra scala del condominio. Per arrivarci usavo sempre le scale. Oltre all'entrata, ai giochi diversi ed all'età c'era qualcos'altro che separava il mio gruppo da quello che ora sto chiamando “la platea”. Proprio prima della porta di vetro che dava sull'atrio comunicante con l'altra scala, abitava il signor Agostinelli! Un precursore di freddy kruger nelle nostre fantasie..nella realtà invece un serio matto patentato, pericoloso ed imprevedibile lasciato in balia di se stesso da una legge che chiuse i manicomi senza dare un alternativa sicura ai malati e alla comunità. Sarei potuto quindi scendere con l'ascensore fino al primo piano ma la fantasia che avesse potuto essere annoiato e che quindi decidesse di passare dal mangiare le mosche ai bambini era troppo viva per essere ignorata..preferivo usare i passi felpati, per avvicinarmi alla porta per poi usare lo scatto più potente che potevo nel passare di fronte alla sua entrata. Anni dopo il suo allontanamento ancora faticavo a superare quei pochi metri di corridoio.

Nella scala A non era prevedibile l'accoglienza, io ero a loro “estraneo” esattamente quanto loro per me, se non altro sul piano emotivo. Loro erano spesso allontanate dal gruppo per varie ragioni: chi aveva una sorellina piccola frignona e capricciosa che ti stava sempre attaccata e che quindi avrebbe portato l'intero gruppo a scendere agli occhi del “mondo” al rango di bambinai; chi era appena arrivato nel palazzo, chi invece era cicciottello e talmente suonato che ogni volta faceva un passo saltellava come un passerotto obeso sventolando le piccole mani quasi sicuro di poter anche volare; un ragazzo con un difetto alla vista che lo rendeva ingestibile in autonomia se non con uno scomodo adulto, si salvava bene solo una coppia di fratello e sorella che però, abitando all'ultimo piano con il loro terrazzo che guardava la strada opposta a quella dove eravamo noi , risultavano impossibili da contattare sia a voce, visto che non ci sentivano, che a vista . Quest'ultimi sempre cordiali furono gli unici che non si fecero pregare a differenza degli altri che per incredulità o pensando ad uno scherzo, visto che mia mamma pensando di fare del bene all'atmosfera della “festa” decise di chiamare anche alcuni bimbi con cui era la prima volta che sostavo nello stesso luogo per più di 10 minuti. Arrivarono poi anche le facce “note”, questa volta accompagnati dalle mamme le quali saggiamente avevano costruito una scusa migliore che potesse spazzare e rimpiazzare quella usata in precedenza. Resto l'amarezza anche se presto affogata da un super cocktail questa volta di chinotto aranciata amara e coca-cola. Sentii inoltre un forte desiderio di far vivere anche a loro la stessa umiliazione quando fosse toccato al loro giorno del compleanno, era questo il sentimento che mi amareggiava, l'umiliazione, essermi sentito supplicante la loro presenza alla loro porta , proprio come un mendicante e a causa del mio stupore proprio come un mendicante nel ritorno d'orgoglio ogni porta mi sembrava cacciare via.

La festa dei 6 anni invece ha testimonianza di un filmino in super8 dove finisco abbracciato a terra con Veronique ..la bimba che dicevo di dover sposare fin dai primi passi all'asilo nido...

una parentesi su come si affinano le preferenze la apro prima che la vecchiaia mi formatti i ricordi. Più che ricordi si tratta di un mix di considerazioni postume, a sangue freddo e di fatti innocenti...innocenti a causa dell'età ma per l'età che avevamo, ultra libertini...

La famiglia di veronique era diversa dalla maggioranza per mille motivi evidenti a chiunque volesse vederli...ma non per questo fu mai focolaio di lamentele da parte dell'ala conservatrice del condominio. Su padre era nell'aeronautica, pilota di linea, sempre in rotta verso qualche paese straniero. La madre era una bellissima donna alta, dai lunghi capelli biondi ed il corpo statuario che grondante di colonia francese, lasciava ai maschi un souvenir della sua carica erotica di donna dei sogni proibiti e non, lungo tutto il tragitto da lei percorso, qualunque esso fosse stato quel giorno, era possibile percorrerlo a ritroso, vivendo l'esperienza vissuta dai gatti che inseguono o aspettano la sola gatta del quartiere che li fa sognare. Sì perchè dai grandi ai piccini piccini la mamma di veronique pescava nella sua rete di fascino tutti , indistintamente ! Se poi qualcuno sfuggiva ecco che davanti al topless estivo sfoggiato sul tetto del palazzo non c'erano più argomenti per nessuno.

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cosa meritevole di nota dato il nuovo e non diffuso contesto sociale che le leggi sul divorzio prima e sull'aborto poi, portarono alla coscienza collettiva del paese, diviso da opinioni nette sulla carta ma poi meno evidenti nell'anima. Il senso di colpa diffuso dal cattolicesimo ed alimentato dallo schema della famiglia che come per una squadra di calcio, serviva a garantire la sua tenuta in ogni condizione e contro qualunque avversità.

Molte madri o padri che si professavano contro l'aborto con gli amici o in famiglia erano in realtà intimamente sostenitori della fazione opposta, ma non lo confessavano nemmeno allo specchio per paura di sfaldare un contenitore che di strada ancora ne aveva prima della sua destinazione. E' come nella famosa sketch di TOTO' e Walter Chiari , dove il primo viene preso a schiaffi per strada da una persona che non conosce e in più lo insulta chiamandolo con un nome che non è il suo. TOTO' spiegherà che non aveva fermato l'aggressore perché voleva andare a vedere come andava a finire e poi comunque “che me frega mica so' Pasquale io?!!”. Ricordo bene il prima ed il dopo il referendum sul divorzio nelle parole di mamma e papa...per prima cosa il segreto del voto era sacro e ridendo nessuno dei due lasciava intendere all'altro cosa avrebbe scelto..era come se stessero testando la fedeltà o le intenzioni del partner...al contempo mia madre mi diede a vedere più di papà un certo dubbio che le ronzava in testa dovuto, stavolta, a parole non sue, probabilmente venivano dalle omelie del parroco...o dal nome del partito che da decenni governava, la “DEMOCRAZIA CRISTIANA”, il comune messaggio trasudava un ipotetico Gesù che salendo il monte golgota, anche con croce in spalla, si ferma una volta in più del noto per poter esprimere nella scheda il suo dissenso.

Papà invece non rispondeva alle mie domande ormai divenute un gioco da bimbo annoiato, quando interrogato sulla sua posizione non poteva dirmi che era stanco o aveva fretta allora mi restituiva la palla con un pronostico sul vincitore, che variava a seconda del suo umore o dei sondaggi dei giornali. Il bello venne dopo la vittoria del no ...

(anche qui le sfere di potere fortemente colluse con la curia , approfittarono della semplicità popolare CREANDO UN QUESITO CHE IN SOSTANZA CHIEDEVA DI RISPONDERE SI' SE LA LEGGE DOVEVA RESTARE INVARIATA E NO SE DOVEVA PASSARE IL DECRETO CHE PERMISE POI DI FATTO IL DIVORZIO. Allora davvero i politici parlavano una lingua paragonabile alla CALLIGRAFIA DEI MEDICI)

Mia madre e mio padre aspettarono a dichiarare il loro voto, un po' come tutti, sondarono prima l'opinione pubblica, i vicini , il parentado, contando i numeri a loro favore, in modo da poter vantare, in caso di disaccordo, una base di consenso, “senza macchia” , puro di cuore, con cui se necessario dimostrare le proprie buone intenzioni.

Come loro fecero milioni di italiani , non solo in casa ma anche nell'urna. Si arrivo in alcuni casi a dirsi contrari tra coniugi per poi votare a favore, in puro stile massone, per il bene dei figli per la loro educazione morale ed etica.

Ne seguì per giorni una corsa al confessionale! I padri confessori capirono smarrite dai numeri e dai peccati che le labbra riportavano, nascoste tra sussurri e mani giunte, questi spesso coincidevano a quelli riportati dai bambini. Quello che il cuore diceva..nemmeno in ginocchio venne fuori! Così molti tornarono a casa sperimentando loro malgrado una terza “forma di ribellione” ai precetti di santa madre chiesa cattolica, la terza dopo l'aborto e il divorzio da loro votato. Saltando il confessore, nel denunciarsi direttamente Dio, dovettero senza alternative auto-assolversi, oggi suona strano vederlo come un affronto verso il Signore, il mondo cristiano è arrivato a dare la possibilità di divenire sacerdote evangelico compilando una domanda via internet o ad impartire l'assoluzione via SMS . Una delle risposte alla chiesa riguardanti i motivi del calo di partecipazione attiva dell'occidente “civilizzato” lo troviamo proprio qui , in questi fenomeni di ignoranza che stanno facendo traboccare un vaso che cominciò a riempirsi proprio allora.

Oh! MI SONO RITROVATO E COME L'HO FATTO HO RICOMINCIATO A CORRERMI DIETRO PER PERDERMI DI NUOVO..

BEATI I CANI CHE GRAZIE ALLA CODA DA SEGUIRE IN CORSA, UNA DIREZIONE AL BISOGNO LA TROVANO SEMPRE..

MAGARI FERMANDOSI O GUARDANDO NEL SENSO OPPOSTO.

ECCO CHE DI NUOVO HO PERSO QUALCOSA CHE AVEVO APPENA TROVATO..ORA E' IL FILO DEL DISCORSO..

MA NON è GRAVE COME I LABIRINTI IN CUI SPESSO MI TROVO.

UN GIORNO IMPARAI A DISEGNARE ANCHE LE NUVOLE.

DOPO AVERLE VISTE MAGICAMENTE APPARIRE CANDIDE E GOMMOSE SULLA TELA TROVAI INUTILE CERCARE ANCORA LO STESSO STUPORE O LE BELLE FORME

INUTILE FU PER ME OGNI SFORZO TESO A RIPRODURRE QUEL CANDORE, SENZA ALCUN SENSO ORA CHE LO AVEVO AMMAESTRATO ALLE MIE VOGLIE CAPRICCIOSE.

MI TROVO SPESSO IMPUDENTE E SEMI CRITICO CON CIO' CHE DAVVERO MI RAPPRESENTA. FACCIO MOLTA FATICA , SE NON ADDIRITTURA MI E' QUASI IMPOSSIBILE , RACCONTARE LA MIA VITA, DARNE UN COMPLESSIVO GIUDIZIO O RACCONTARNE ALCUNI EPISODI.

MENO MI COSTA DIRE CIO' CHE PENSO. IL NON SENTIRE ALCUN PESO O RESPONSABILITA', MI PORTA PERO' AD ESSERE MOLTO INTIMISTA, QUASI VAGO NELLA MIA CHIAREZZA .COME RISULTATO OTTENGO SPESSO SOLO UN CRITICO DIVAGARE DEI VARI PROFILI DELLA MIA ANIMA, PORTATI ,PERO', SOLO AL CONFRONTO CON IL CONTENUTO DI UN PENSIERO ASTRATTO.

POTREI OBIETTARE A ME STESSO CHE PER POTER VOLARE SI SCEGLIE UNO SPAZIO VUOTO DA RIEMPIRE CON LA FANTASIA PINDARICA CHE APPARTIENE ALL'ESSERE ALATO. SPESSO INFATTI COSI' FACCIO, MA CON UGUAL FREQUENZA MI TROVO IN DISACCORDO CON ME STESSO E LO ESPRIMO TRATTENENDOMI DALLO SCRIVERE DELL'ALTRO, QUASI A VOLERE CASTRARE UN ARTO CHE PER QUANTO BELLO SIA VEDE LA SUA CONTROPARTE IN DISACCORDO.

ECCO IL SAPERE COME SANARE QUESTO CONFLITTO PORTEREBBE RISULTATI FINALMENTE COSTRUTTIVI ED E' NELLA RICERCA DI CIO' CHE STO SCRIVENDO QUESTA INUTILE CRONACA DI TORMENTO PRIVA DI UN FINE UMANISTICO O DI SEMPLICE TESSUTO NARRATIVO.

AVERE 1 LETTORE=( COME VEDETE SONO 9 QUELLI PRESI PER STRADA RISPETTO AL MANZONI)= A CUI RENDERE CONTO..O NON AVERNE NESSUNO POSSONO RITENERSI DUE OBBLIGHI MORALI EQUIVALENTI?

PROVO TRISTEZZA PER CIO' CHE NON PASSA TRA LE PAROLE , IL FILTRO CHE BLOCCA IL CONTENUTO E' OGGI PIU' CHE MAI DI MAGLIE STRETTE. PAROLA DOPO PAROLA ME NE RENDO CONTO . PAROLE DOPO PAROLE VEDO LA DIFFERENZA TRA CIO' CHE E' SCRITTO E CIO' CHE MI TIENE SVEGLIO A SCRIVERE..

SMETTO, CON UN PUNTO QUESTO SCEMPIO.

22/11/2005 PADOVA ORE 03.05



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