domenica, dicembre 18, 2005

IL VUOTO CHE MI RIEMPIE..(PROLOGO)

Apro, chiudo......aspetto.

Aspetto ancora un po'.

Poi mi alzo e passo dopo passo conto il TEMPO che mi circonda,

vorrei capire se è da solo o ha portato altri come Lui.

Sono assediato, dall’interno e nel suo attorno, cosi’ mentre un occhio lo tengo chiuso dentro me con l'altro soffermo, nel più breve ritardo possibile, ogni istante che cade di mano a chi mi circonda.

Indugio il necessario per riuscire a scrutare bene altrove, guardando il quadrato nero che mi accoglie e mi imprigiona in un peccaminoso scacco fatto sia al re che alla regina.

E' una in una valle dalle concave forme con un accesso a senso unico, il dove.

Così lontano è il reame dal regno, per convenienza politica e godereccia, che le notizie a corte, dopo aver volato alla lentezza del buio (VOX POPULI), non di rado giungono assieme a numerose mattine incatenate alla sera da ore complici “saporose” e sudate con piacere...ed insolvenza dai reali.

Altrettanto lentamente in varie occasioni passarono vari stormi di uccelli migratori senza fissa dimora; i soliti Crociati che per non saper né leggere né scrivere, zapparono anche di qui tra un cruciverba e l’altro; i pantaloni a zampa di elefante e gli elefanti con i jeans a sigaretta spenta, che per colpa di un epidemia non riuscirono mai nell'intento di iniziare a fumare, con gravi conseguenze sulla specie di giraffe tabaccaie e iene spacciatrici di sogni infiniti e colorati.

Lo scacco è matto da sempre , anche da prima che ce ne rendiamo conto, anzi spesso è indisponente ad accettare altri punti di vista indipendenti o forestieri alle sue geometrie.

Non rimase per aria nè un minuto di sospiri profondi nè uno sguardo da cogliere furtivamente.

Arredamenti scaduti, cibi della collezione passata, quadri su tela maculata di bianco e un abbraccio trasparente a tutti i paesaggi, gli amori, gli amici ed i ricordi saltano mano nella mano, la sempre più lussureggiante siepe un tempo estinta e ora da tempo in attesa di questo istante di ribellione sospirata e quotata male.

Le emozioni che i reali hanno accatastato senza cura per secoli, ora rotolano alla rinfusa ostacolandosi a vicenda, un po' per la sfuggente armonia dal tempo scandita, un po' per qualche residuo, ancora presente nelle loro sagome, di vanità e di orgoglio. Troppe e inattese per poterle definire con un nome.

Fu cosi che alla mia domanda rispose un regal sorriso dicente un semplice “non saprei dire”.

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